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OS X si trasforma, benvenuto macOS Sierra

La «X» – da leggersi «ten» – era un retaggio dei primi anni duemila, quando l’introduzione del nuovo sistema mandò in pensione Mac OS 9. Non aveva molto senso mantenerla troppo a lungo dopo il superamento della decima versione. Rimane invece il tributo ai luoghi della California: macOS 12 si chiama Sierra, un riferimento alla catena montuosa al confine col Nevada.

Mac OS Sierra è il nuovo prodotto Apple dedicato a MacBook e iMac prodotti a fine 2009 e successivi, MacBook Air, MacBook Pro e iMac mini usciti nel 2010 o successivamente.

Siri è sicuramente il cambiamento più importante. Infatti l’assistente virtuale di iPhone e iPad sarà disponibile anche su Mac, avrà una sua cona salvabile nel doc e un riquadro con le forme d’onda colorate in alto a destra dello schermo indicherà l’attività dell’assistente. Siri, come per iOS 10, potrà interagire con terze parti e tutti i risultati delle ricerche effettuate si possono bloccare nella sezione notifiche in modo da averle sempre a portata di mano.

Adesso, inoltre, sarà possibile spostare un’attività in corso da un dispositivo ad un altro senza doversi interrompere e ripartire da capo. Ad esempio se stiamo scrivendo una e-mail dal proprio iPhone possiamo continuare la scrittura sul Mac riprendendo da dove ci eravamo interrotti.

iCloud diventa più indipendente, infatti è in grado di archiviare sulla nuvola autonomamente i dati più vecchi presenti sul computer, per poi eliminarli dal dispositivo e liberare spazio di memoria.

La prima versione di macOS Sierra è già disponibile per gli sviluppatori, mentre in autunno, probabilmente assieme ai MacBook Pro di nuova generazione, arriverà la versione definitiva.

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