Apple ha pubblicato il rapporto delle richieste d’autorità giudiziarie per l’accesso ai dispositivi o ai dati personali. In Italia sono state quasi 1600 da luglio a dicembre 2016.
Come reso noto nell’informativa sulla richieste governative per l’accesso ai dati dei clienti, i tribunali e le autorità giudiziarie italiane hanno chiesto ad Apple l’accesso a 1.576 dispositivi ottenendo informazioni nel 70% dei casi.
Per ogni richiesta di informazioni sugli utenti, Apple chiede tutta la documentazione necessaria a procedere che potrebbe essere un’ordinanza giudiziaria o un mandato di perquisizione.
Tutte le richieste avanzate dalle autorità vengono esaminate nel dettaglio per assicurarsi della loro legittimità e l’accesso alle informazioni è limitato a quelle sufficienti per il proseguimento delle indagini.
La maggior quantità di domande riguarda il tentativo di localizzare un iPhone o un dispositivo rubato mentre, come spiegano da Cupertino, solo una piccolissima parte delle richieste riguarda informazioni di carattere personale. In ogni caso l’azienda fornirebbe solo ed esclusivamente i dati necessari alle indagini, informando prima – se possibile – il cliente.
Salvo casi in cui sia proibito in modo esplicito, Apple tende ad informare il cliente delle richieste pervenute. In alcuni casi estremi, quando potrebbe essere messa a repentaglio la salute di una persona o quando le circostanze lo impediscono, Apple può scegliere di non avvisare l’utente di propria iniziativa.
Le richieste – viene più volte ribadito – sono sempre sottoposte ad attenta analisi dai legali aziendali. Se non dovesse essere riscontrata legittimità della richiesta, questa verrebbe contestata ma comunque le informazioni concesse sono sempre e solo quelle strettamente necessarie alle indagini.